Un paio di persone mi hanno chiesto come ho organizzato il viaggio. Molti si chiedevano come funziona questa ospitalità delle fattorie. Di solito per affrontare un viaggio di qualche mese, il primo ostacolo è la spesa. La mia spesa è stata minima. Sia chiaro che non sono andato in giro per ferie o vacanze: in ogni posto ho aiutato, collaborato.
L’anno scorso sono venuto a conoscenza dell’esistenza di una associazione di volontariato: WWOOF (World Wide Opportunities on Organic Farms).
WWOOF è un movimento mondiale che mette in relazione volontari e progetti rurali naturali promuovendo esperienze educative e culturali basate su uno scambio di fiducia senza scopo di lucro, per contribuire a costruire una comunità globale sostenibile.
Cascava a fagiolo, esattamente nel modo e nel momento opportuno. Mi sono iscritto. Ho ricevuto i contatti delle fattorie che ospitano wwoofer (ci chiamano così), ho scelto quelle realtà che sentivo affini e che si occupavano di tematiche di mio interesse, le ho contattate per valutare disponibilità e periodo di permanenza, e sono partito.
IL VIL DANARO
Per questa esperienza non esce molto denaro. Ma difficilmente riuscirete a farne entrare, perchè una volta in marcia, lascerete, temporaneamente o permanentemente, quello che facevate prima, se vi portava introito. E’ volontariato, è senza scopo di lucro.
Oggi dal denaro purtroppo sembra dipendere l’esistenza, la stabilità, la famiglia e quindi se manca, tutto si ferma. E’ vero, ma non è Vero. Dove sono stato, e avendo letto le descrizioni di tutte le realtà della rete wwoof, molte di queste sono nate con poco. E molti vivono in un piccolo equilibrio personale.
Quella che alcuni definiscono decrescita felice è già applicata da secoli. Se lo chiedete ad un contadino, non sa nemmeno di che cosa state parlando, eppure, senza saperlo, egli stesso ne incarna tanti principi.
Comunque nella rete wwoof ci sono anche aziende molto strutturate e ad indirizzo commerciale ben consolidato.
La prima fase del mio viaggio serviva per capire cosa ci fosse in giro e migliorare il senso d’orientamento.
Viaggiare WWOOF
Quanti di voi sarebbero disposti ad ospitare un perfetto sconosciuto in casa propria? Preparagli una stanza? Condividere con lui la propria quotidianeità, i propri spazi, l’intimità di una famiglia? Preparare e mangiare pasti assieme? Come se da un giorno all’altro ci fosse un nuovo fratello o sorella, o uno zio di passaggio, o un caro amico, che viene a bussare alla vostra porta.
Se dovessi rispondere a questa domanda, dopo qualche giorno di telegiornale, metterei le inferriate alle finestre e chiuderei a doppia mandata la porta. Eppure, ogni host (coloro che ospitano) nella rete wwoof, ti ospita, senza molti giudizi o indugi, dopo aver letto una email e forse averti parlato al telefono qualche minuto.
Molti con me si sono trovati particolarmente bene, ma ad alcuni non sono andato a genio. Non ho mai creato problemi, ma ci sono ragazzi problematici o uomini/donne di una certa età con cui è molto arduo entrare in sintonia, e vi ci trovereste a vivere quasi ogni minuto della vostra giornata!
D’altro canto ci sono host che approfittano della disponibilità di un wwoofer e gli chiedono di lavorare come fosse un dipendente. E ci sono wwoofer che pensano di andare in giro a farsi una vacanza. E’ un delicato equilibrio. Non tutti, dall’una o dall’altra parte comprendono il significato profondo del wwoofing, o ancora, quello di volontariato. Ancora nemmeno io.
L’acronimo wwoof
world wide opportunities on organic farms.
“Organic farms”: gli host devono occuparsi di una qualche forma di agricoltura sostenibile o comunque stili di vita ecosostenibili e sani principi. La permacultura è un ottimo riferimento in proposito.
Purtroppo c’è chi ha solo un orticello accroccato da cui traspare noncuranza, e senza pensieri fanno la spesa quasi tutti i giorni al supermercato. Da wwoofer potete portare la vostra esperienza e le vostre capacità in queste situazioni o condividere il vostro sapere o divertirvi a sperimentare.
“World wide”: E’ una iniziativa internazionale. Qui in Italia già presente negli anni ’90, quando la lista aggiornata delle realtà agricole aderenti girava per posta cartacea. In passato era elevata la presenza di wwoofer stranieri che aderivano all’associazione per fare questa esperienza in Italia: viaggiatori, studenti, ricercatori, ecc. Oggi la presenza di italiani è aumentata ed in aumento.
E poi c’è la parola “opportunities”. Per l’uno e per l’altro: per wwoofer e per host. Volontariato non significa sacrificio e non significa missionario. C’è stato un host che voleva vendermela così, ma, avendo intuito chi avevo davanti, ho cominciato a fare qualche domanda un po’ provocatoria disperdendo alcuni veli di incoerenza.
Volontariato deriva dalla parola volontà. Gli host non devono dimenticarlo o fraintendere. E i wwoofer devono saperlo e ricordarlo sempre. Nella libertà e nella volontà ci si incontra, si scambiano esperienze, si intrecciano vite con consapevolezza. In questo c’è l’opportunità di crescere e costruire insieme.
Grazie Riccardo, tutti gli articoli sono molto interessanti e i temi sono cosi all’ avanguardia e urgenti da attuare..