Questo articolo si rivolge sia a neofiti che a persone che già hanno esperienza di potatura olivo, ma cercano un confronto. Sul nostro terreno ci sono un centinaio di ulivi da potare. Da qui è sorta la necessità di imparare a potarli e seguirli. Abbiamo cominciato a studiare, leggere e confrontarci. Questo articolo sarà un bignami pratico sulla potatura olivo, come potare ulivi a vaso policonico.
L’ulivo, lasciato libero in natura diventa un enorme cespuglio a forma di fungo. L’essere umano lo ha gestito orientandolo verso le proprie esigenze produttive, in tanti modi nella storia, fino al rinomato vaso policonico.
Indice articolo
- I polloni: i rami che crescono alla base del tronco;
- Lo scheletro dell’olivo: le fondamenta;
- I succhioni: rami verticali che schizzano in cielo;
- Il vaso policonico: ottimizzare la forma dell’ulivo;
- Forma, quantità e distribuzione: quanti ulivi per ettaro;
- Il genio incompreso: il controllo apicale. Gestire le cime;
- Potare gli ulivi: andiamo per ordine. Quando e come;
- Accortezze nel potare ulivi;
- Ringraziamenti: Giorgio Pannelli, Francesco Bettinotti.
i polloni
L’ulivo è una pianta basitona, ovvero crea dei rami alla base del tronco, detti polloni, su cui investe molta energia, che competono con i fusti già presenti. I polloni alla base vanno rimossi. E’ la prima operazione che si fa nel potare ulivi.
E’ possibile lasciare alcuni polloni, come depistaggio, per darli in pasto all’insetto Oziorinco che così non sale sull’albero. Andranno tolti dopo la seconda ripresa vegetativa (ottobre).
Lo scheletro dell’olivo
Quando comprate un ulivo al vivaio, è già evidenziato un tronco e un abbozzo di impalcatura (branche primarie). Questo è lo scheletro. Una volta scelta, l’impalcatura va conservata. Le branche principali (che si allargano dal tronco) devono formare tra loro più o meno lo stesso angolo: 3 branche dovrebbero stare a 120° l’una dall’altra; 4 branche a 90°; 5 branche a 72°.
Da questa impalcatura, si dipartono branche secondarie, che a loro volta ramificano. Ci sono rami che vengono fuori bassi, quasi orizzontali, penduli, deboli…questi sono rami che vanno a produzione. Se hanno già prodotto l’anno precedente, l’ulivo si rinnova creandone altri subito sopra, rivolti al sole: prenderanno il posto dei precedenti, che seccheranno. E potrete toglierli nel potare l’olivo.
i succhioni
Sul dorso delle branche primarie e di quelle secondarie si possono formare dei rami verticali, che, se lasciati andare, anno dopo anno, prendono vigore. Spiccano in cielo, non producono frutti e si chiamano succhioni. Intercettano la linfa, la rubano, togliendo risorse ai rami successivi.
Appena germogliati vanno lasciati, perchè aiutano nello scorrimento della linfa e a mantenere vitale il dorso del ramo, ma quando superano una spanna, vanno tagliati. Questa è un’altra operazione fondamentale nella potatura dell’olivo.
Il vaso policonico
Il vaso policonico è la forma che diamo all’albero. Vaso perchè è aperto al centro. Policonico perchè le branche primarie che vanno verso l’esterno sono coni: base larga, punta fina.
Descrivo ora una situazione ideale.
Partiamo dal terreno, saliamo con un tronco fino a circa 1.20m – 1.50m, qui inizia l’impalcatura delle branche primarie: 4 rami equidistribuiti nello spazio. Salgono a circa 45° dall’orizzonte e ognuno ha la sua unica singola cima.
Si dice policonico perchè sono più coni (uno per ogni branca primaria), con una base più larga in vegetazione fino a una cima che si affina mano mano. La parte medio-bassa è quella che produce, tenuta rigogliosa per produzione e per comodità lavorativa (potare olivo e raccolta olive).
A farla breve, i principi sempre validi su come potare olivo a vaso policonico sono: 3-5 branche principali, larghe sotto, fine in cima, che si aprono lasciando libero il centro per far entrare luce e aria.
Forma, quantità e distribuzione
Per la raccolta manuale si guiderà l’albero a uno sviluppo largo e basso, perchè agevola le operazioni di raccolta delle olive. Per la raccolta con macchine tipo vibrosquotitore si potrà avere un albero più alto e sottile, e quindi anche alberi un pochino più vicini fra loro, pur rispettando sempre il range da 5×5 a 6×7 (e valori intermedi) a ettaro, e tenendo conto degli spazi necessari al passaggio dei veicoli.
Il genio incompreso: il controllo apicale
C’è sempre almeno un ramo che schizza verticale in alto. Tagliatelo e l’albero ne creerà un altro. L’albero dell’ulivo ha bisogno di un capo per ogni branca primaria, di una guida, di un direttore d’orchestra. Invece di toglierlo, noi abbiamo il compito di sceglierne uno per ogni cono del nostro vaso policonico, e gestirlo, così da dare all’albero quello che vuole e non faticare inutilmente.
La cima gestisce il richiamo e la distribuzione di linfa e le risorse negli apparati sottostanti. Questo è il controllo apicale. Alcuni lo ignorano, ma è cruciale per potare gli ulivi.
Potare gli ulivi: andiamo per ordine
Quando potare
Si pota prima della ripresa vegetativa, orientativamente da febbraio a aprile (varia in base a clima, gelate, altitudine, pioggie). Potare l’olivo in giorni di sole e in giornate seguite da giorni di sole, così da facilitare la chiusura delle ferite inferte dalla potatura dell’olivo.
Da cosa cominciare nel potare l’olivo
- Rimozione polloni;
- rimozione succhioni e rami indirizzati verso l’interno del vaso;
- identificazione della struttura: tronco, branche primarie e secondarie, distribuzione nello spazio, angoli e luce;
- identificazione della cima;
- rimozione dei rami che competono con la struttura: branche secondarie che competono con le primarie; branche terziarie che competono con le secondarie; dicotomie (divisioni di rami) che competono fra loro (sceglierne una e rimuovere l’altra, in base ai punti 3 e 4); rami che competono con la cima scelta;
- gestione di branche e vegetazione (la luce deve arrivare ovunque. Dove non arriva l’albero non lavora e pian piano seccherà. Zone secche riportate alla luce possono sviluppare nuovi germogli), così da avere molto sotto e man mano meno sopra fino alla punta.
- Non serve fare le unghie all’albero, non serve accanirsi sui rametti secchi (si potranno tirare via in un taglio unico quando la branca da cui pendono si sarà seccata a sua volta). Non temere i rami poco verticali o poco vigorosi (non è detto si comportino da succhioni); in certi casi possono essere piegati o torti verso il basso.
Accortezze nel potare gli ulivi
Non più di 10 minuti per albero. Le prime volte avrete bisogno di più tempo. Man mano si fa esperienza e si diventa più rapidi e precisi, imparando dagli errori.
Non c’è un modo assoluto corretto per potare un ulivo. L’ulivo stesso dà delle indicazioni, ma ci sono situazioni da ragionare e decisioni da prendere spesso soggettive da potatore a potatore.
Non farsi prendere dalla foga di potare. In un uliveto già impostato, da mantenere, non dovreste tirare giù più del 20-30% della vegetazione dell’ulivo. Quindi abbiate sempre sott’occhio quello che avete già potato dell’albero e non concentratevi esclusivamente su quello che è ancora sull’ulivo.
Situazioni di abbandono esulano da alcune considerazioni fatte qui. Non mi sento di dare indicazioni in merito.
Ringraziamenti e approfondimenti
Mi ci è voluto tanto tempo per assaporare questa tematica. Ci sono tante scuole di pensiero. Non sono nè esperto nè un istruttore, ma qui ho riassunto quello che avrei voluto mi dicessero con chiarezza fin dall’inizio.
Voi siete responsabili dei vostri ulivi, delle vostre scelte e di come andrete a potare.
Ringrazio più che di cuore Giorgio Pannelli, per gli splendidi video e le spiegazioni che si trovano online sull’argomento (e che ho incluso qui sopra), e Francesco Bettinotti (aka Frakick 89) per il suo canale Youtube ricco di contenuti, spiegazioni e esempi. Approfitto per congratularmi con lui per il suo ottimo risultato al Campionato Nazionale di Potatura Ulivi 2018!