Quest’estate volevo fare una vacanza diversa, un’esperienza nuova. Sognavo di visitare una lontana isola esotica, ma non volevo spendere tanto. Ho cercato online varie soluzioni per viaggiare a basso costo, modi di trovare voli scontati e formule di scambio per essere ospitati senza spese.
Poi mi sono imbattuto, grazie ad un tour operator, in un’isoletta vicino alle Hawaii. Tanto isoletta non è, perchè è più grande di uno Stato Americano come il Texas. La conoscono in pochi, ma è proprio grazie agli sforzi quotidiani di ognuno di noi, che quest’isola è nata e cresciuta.
L’isola creata dall’uomo
E’ stata una scoperta davvero interessante. Credevo che fosse solo merito del pianeta Terra e dei suoi movimenti interni la creazione di nuove isole, invece l’uomo può finalmente affermare di aver creato un’isola! Si può fare snorkeling e godere di uno spettacolo unico nel suo genere. Ci sono imbarcazioni che vi permettono di fare visite nei dintorni. Pensate che potete anche dedicare una giornata all’attraversamento di quest’isola tagliandola da nord a sud, o da est a ovest.
Grazie a questo tour operator, si può prendere un volo anche last minute a costi abbordabili, ma ad una condizione. Bisogna portare con sè la materia prima per continuare ad arricchire l’isola stessa, che lasciata senza manutenzione rischia di scomparire nel prossimi secoli.
L’isola di plastica
Per noi occidentali è una fortuna, praticamente basta portare con sè una valigia piena di plastica. Viene imbarcata a costo zero e quando siete sul posto vi verrà chiesto di svuotarla in mare. Fortunatamente non serve necessariamente andare sul posto, bastano le attività quotidiane dell’uomo e dell’industria ad alimentare quest’isola, che negli ultimi decenni è cresciuta a dismisura.
Purtroppo ci sono alcuni opportunisti ambientalisti che vogliono farla scomparire. Pensate che un ragazzo ha inventato una macchina per pulire gli oceani. Dico io, ma che follia! Ora che abbiamo il modo di creare nuova terra grazie all’inquinamento della plastica nel mare, andiamo a rimuoverla?! Potremmo costruire un ponte di rifiuti di plastica dagli Stati Uniti all’Europa!

Noi che abbiamo fatto della plastica uno status symbol, che ha migliorato la vita di ognuno di noi generando una quantità di rifiuti pazzesca, sostituendo materiali più ecosostenibili, avvelenando neonati grazie al suo contenuto di Bisfenolo, dobbiamo smettere di usarla in questo modo indiscriminato? Ecco come la coscienza che evolve dell’uomo rovina le conquiste della chimica e della tecnologia.
La plastica nel sale

La cosa più bella è che oltre a mettere a rischio di estinzione numerose specie marine, siamo riusciti ad inquinare anche il sale da cucina. La plastica si ripresenta nel sale in forma di microparticelle e ce le mangiamo! Abbiamo dentifrici e bagnoschiuma che contengono microparticelle di plastica (che alcuni supermercati stanno bandendo) per essere più puliti fuori e in bocca. Ora, grazie al sale, saremo anche più puliti dentro.
Siamo senza dubbio la specie più evoluta di questo pianeta, creiamo una sostanza pericolosa e la glorifichiamo senza pensare a cosa accadrà nel medio-lungo termine. La usiamo in tutte le salse. La facciamo diventare un problema ambientale, creiamo isole di plastica che sono veri e propri disastri ecologici, e dobbiamo arrivare a danneggiare il nostro stesso organismo finendo per mangiarcela, prima di capire (…forse) che è il caso di cambiare rotta?
Cosa posso fare io?
Piccoli, facili, semplici consigli per cambiare in meglio e fare la differenza.
- Conservare e riusare il più possibile buste e bustine già presenti in casa.
- Prediligi vestiti fatti interamente di fibre naturali.
- Prediligi prodotti con confezioni non di plastica.
- Al supermercato portare da casa le bustine trasparenti con cui hai preso frutta e verdura l’ultima volta e riusarle, invece di appozzare al rotolone nuovo. Basta che alla bilancia copri la vecchia etichetta con la nuova, e che non chiudi la busta legandola stretta che poi sei costretto a romperla quando arrivi a casa.
- Rifiutare le buste della spesa portandoti le tue (in stoffa ad esempio), anche se ora mettono quelle compostabili, che non è tutto oro quello che luccica…ne parleremo più in là.
- Rifiuta di farti imbustare la borsa all’ingresso di supermercati o negozi nei centri commerciali, manifestando il tuo dissenso e ritenendo questa pratica dannosa per l’ambiente. Potete scrivere al servizio clienti in merito. I più impavidi possono insistere ed entrare. Se venite importunati fisicamente potete parlare al Direttore e/o chiamare le autorità e discutere anche con loro della vostra scelta ambientale (non state violando la legge. Loro presumono che voi siate dei potenziali ladri). Meglio ancora se andate in gruppi organizzati, è un modo più efficace per farsi ascoltare e farsi notare comunicando anche ai passanti. Il tutto sempre in modo onorevole, senza creare confusione, senza alzare la voce nè usare le maniere forti. Serenità, disponibilità e convinzione.
- Usare contenitori e barattoli di vetro o acciaio invece che di plastica. Conserva i vecchi contenitori di plastica per usarli come organizer in giro per casa o in garage per ordinare materiali vari.
- Bevi l’acqua del rubinetto riempiendo una bella brocca di vetro, invece di comprarla al supermercato. Se l’acqua del tuo comune non è potabile, cerca dei fontanili o dei distributori per la ricarica in giro.
- Riusa, differenzia, butta negli appositi cestini (ho assistito a mari di bottigliette gettate in strada durante manifestazioni a Roma in cui i cittadini chiedevano diritto e rispetto…evidentemente senza dimostrarlo a loro volta nei confronti dell’ambiente che li circonda).
Microparticelle di plastica
Sia lode all’essere umano! E-viva la plastica…perchè quella vive, nei secoli dei secoli, comunque più di noi.
Qui sotto le aziende, secondo Greenpeace, impegnate nella riduzione dell’uso di microparticelle di plastica nei loro prodotti.

Fonti ispiranti e approfondimenti:
- The presence of microplastics in commercial salts from different countries [Nature scientific report]
- Il sale marino contiene sempre più microplastiche: noi, come i pesci, con plastica nel corpo [dove ho letto del problema]