Quante idee, quanto fermento, quanti studi e ricerche! Come un bambino che riceve i pezzi della Lego per costruire una intera città non vede l’ora di tirare su tutto con gioia ed entusiasmo, così voi, con le mani sul vostro primo terreno, dopo aver baciato la terra. Questo articolo segue dai precedenti che riguardano le sfide in campagna.
Su internet ho trovato moltissimi stimoli, soprattutto durante le mie ricerche orientate al raggiungimento della massima indipendenza alimentare, energetica, idrica, economica, ecc. Ti vien voglia di fare tutto: dal dentifricio alle saponette, da un frutteto alle strutture abitative.
Ho già cercato di scoraggiarvi in vari modi mettendo in luce l’assoluta casualità delle catastrofi che ogni giorno scombineranno i vostri piani di conquista in campagna e per cui dovrete continuamente spostare su altro la vostra attenzione.
Oggi aggiungo due cose. Prima di tutto: come ho scritto nell’articolo precedente, se siete l’uomo giusto nel luogo e nel momento giusto, niente vi potrà fermare. Tranne voi stessi! Tranne il disordine e la forza di una emotività non guidata dalla ragione. Per questo, e non solo, è necessario un buon progetto.
Creare, mantenere, distruggere
Se un giorno vi svegliate e volete piantare dei bei fiori agli angoli della vostra tenuta, ricordate che ogni giorno successivo alla creazione degli stessi dovrete mantenerli. Abbiate sempre bene in mente, prima di farvi prendere da impulsi animici del momento, che non siete i bambini che mettono mattoncini di plastica inerti e difficilmente biodegradabili, ma uomini che operano con la vita. E dove c’è la vita, c’è la morte, la distruzione, a meno che non ci sarete voi con il vostro agire a proteggere, curare, tutelare, mantenere.
Abbiamo incontrato una famiglia in viaggio. Genitori e due figli. Avevano girato l’Europa in lungo e in largo. Poi in Italia hanno deciso di mettere in piedi una piccola azienda agricola dedita alle più svariate attività. Sono stati così gentili e disponibili dal raccontarci con sincerità e trasparenza i successi e gli insuccessi della loro avventura. Si sono dedicati con entusiasmo a tante attività disparate e questo ha disperso le loro forze. Erano partiti con altre due coppie di amici, che messe a dura prova dalla vita agreste, hanno abbandonato la nave, una coppia si è addirittura separata!
La sera lui era nei campi con la torcia in testa a lavorare fino alle 22.
Quando dai un impulso in natura e lo fai con amore, la terra ti ripaga, ma questa cornucopia può schiacciarti.
Si può fare tutto: dai dentifrici alle saponette, dal frutteto alla propria abitazione, ma nella misura dei propri numeri e di sè stessi, o le cose da mantenere vi sommergeranno.
Creare, mantenere, distruggere..o autodistruggersi
Da una conversazione con una host nel viaggio, le sue parole sono state:
“Quello che ho creato mi mangia. Ma comunque, certo, sarei pronta a rifare la stessa scelta.”
La stessa vita che andrete a curare in campagna, è quella che scorre dentro voi stessi e che permette a questo corpo di ospitarvi e non lasciare che inerte subisca il naturale disfacimento di ciò che di vita si sta privando.
C’è la stanchezza, ma questa non fa certo disamorare dal progetto.
“Magari abbiamo dovuto ridimensionare qualcosa.”
La parte bucolica si fa più sottile. E’ servita all’inizio, come impulso iniziale. Questo non significa che i sogni siano assenti, ma solo che mutano una volta portati nelle 3 dimensioni. Se ne formano di nuovi e con la saggezza dell’esperienza si fanno sogni più concreti.
La vera conquista è già avvenuta: il solo essere immersi nella natura è già un nutrimento così forte che non si può più farne a meno.
Si opera nel mantenimento della situazione.
“Si diventa schiavi del mantenimento, ma è la schiavitù di ciò che amiamo.”
Ogni giorno la natura ti sconfigge a suo modo. E questo è il più bel processo di insegnamento e di crescita. Nella società, nei rapporti commerciali o professionali, nella vita più cittadina, ce la prendiamo sempre con qualcun altro. In campagna siamo soli:
“Qui ce la prendiamo con noi stessi. Non c’è l’ipocrisia forte cittadina dove ognuno si lamenta di qualcun’altro o qualcos’altro. Qui lo accetti e lo affronti ogni giorno. Ci si mette alla prova continuamente con sè stessi…senza scuse. Poi riconosci nel tempo che ci sono cose che non riesci a fare, ma altre che riesci.”
Quel che impari e che riesci a fare, con forza lo difendi, lo mantieni dalla naturale distruzione. E sarai tu a decidere quando sarà il momento di evolverlo, distruggerlo per costruirlo ancora, meglio di prima. Questo è ciò che è fuori di te ed in te.
Le citazioni in grigio sono parole (quasi testuali, causa appunti) di un host: L.V.