Amico mio, io e te abbiamo lo stesso tempo a disposizione. L’unica differenza è come lo usiamo. la differenza è nelle scelte che abbiamo fatto.
Siamo entrambi cresciuti in un paese sviluppato, che mette a disposizione un certo livello culturale ed un discreto accesso alle informazioni con cui nutrire il proprio essere ed evolvere. E i più hanno anche avuto una famiglia alle spalle su cui contare e fare affidamento.
Per fare la scelta che tu hai fatto, sei stato preparato fin dai primi anni d’età. La tua educazione e la tua istruzione è stata costruita per farti accogliere l’idea che l’unica ambizione ragionevole sia “sistemarsi”. Con gli occhiali che ti hanno obbligato a portare vedi tutto temporizzato e monetizzato. L’identità, la tua individualità si dissolve.
La vita che ho scelto non è quella semplice, come ad alcuni sembra apparire. Chi rifiuta questo modo di vivere, è un diverso: con i tuoi amici lo critichi, mentre davanti a lui gli dici “beato”. Eppure, io sono solo un altro te.
So cosa significa guardare il mondo attraverso quegli occhiali. Sono circondato da persone che li indossano e capita anche a me di ricascarci, perchè lo abbiamo radicato nel profondo e lo abbiamo permesso.
Ci sono stati messi a disposizione gli stessi strumenti, le stesse possibilità, gli stessi percorsi. Entrambi siamo stati più volte messi di fronte ad un bivio: una strada era quella facile, che ti avevano insegnato a riconoscere, cui ti avevano preparato; un’altra era una porta verso l’ignoto, e per passare la soglia era necessario guardare dentro se stessi, alla ricerca di strumenti ancora da forgiare, vivendo la tensione e il dubbio di un esito incerto. E’ a questo che nessuno ti prepara.
Forse pensi invece che io sia stato sfortunato, che non abbia trovato opportunità lavorative o di “carriera”, e che abbia ripiegato. Invece ti dico: se avessi la mia storia, con la tua mentalità, avresti fatto scelte molto diverse dalle mie.
Invece, con la mia coscienza, invece avresti fatto esattamente le stesse scelte. Ho vissuto conflitti interiori…il bivio, ma ho sempre cercato di rimanere saldo nel mio volere profondo.
Qualcuno diceva “beata ignoranza”. In fondo perchè porsi certi problemi? Tu che hai avuto il supporto da questa società a metterti catene a mani e piedi, senza fare domande, senza alzare lo sguardo al cielo, ma saldo nella tua esperta conoscenza del pavimento. Hai anche la faccia tosta di lamentarti di come va il mondo e la comodità di dare la colpa a chi è sopra di te.
Pensi che sia facile rifiutare tutto questo e vivere comunque in esso immerso? Pensi che sia semplice vedere le persone che hai intorno andare ogni giorno a sbattere la testa contro un muro, a rinunciare al meglio che la vita offre, a rovinarsi il corpo, la mente e lo spirito per un pugno di mosche? Vedere che loro stesse sanno nel profondo che non è così che vogliono vivere, e non trovare il linguaggio o le parole giuste per comunicare che ci sono altre vie?
Dove si compra la forza di mettersi in gioco e rischiare quel sudato e sofferto pugno di mosche?…le uniche poche misere cose che rimangono e cui ci si attacca come fossero la cosa più preziosa al mondo. Ed è proprio aprendo quel pugno di mosche che si ottiene quella forza.
Fortuna ha voluto che il sistema economico-finanziario sia stato messo in crisi: si è rotto quel sogno di indottrinata ambizione, le debolezze di tutto un sistema malato sono venute a galla.
A cominciare dalla preparazione scolastica: famiglie che pagano cari format e nozioni ormai fuori luogo da dare in pasto a ragazzini che non hanno la minima idea di cosa c’è lì fuori, nè di come siano stati stuprati i valori su cui il legame fra i popoli, il legame fra gli uomini, si dovrebbe fondare.
Non giustificare la tua inerzia, la tua pigrizia, la poca volontà, dicendo che io ho tempo. Non pensare che vivere immersi nella natura sia semplice, bucolico o gioioso. Prima di tutto non è così, quindi non parlare se non sai. Secondo, la vera sfida, e questo tu lo sai bene, è guardarsi allo specchio e stringere un patto con sè stessi per togliersi definitivamente quegli occhiali e dire basta. E’ questo che devi fare, prima di cominciare a pensare a come e dove vivere.
Come si diceva una volta:
“non dire beato te, perchè i beati stanno in cielo”
Grazie per la condivisione di questo “rimprovero”, che forse non hai fatto! 🙂